Le Strade del Vino


Le moderne Strade del Vino, organismi territoriali per la gestione di itinerari enogastronomici, sono normate dalla legge nazionale n. 268 del luglio 1999, la quale rinvia a provvedimenti regionali, che successivamente sono stati emanati. Due sole eccezioni: la Regione Toscana aveva già approvato una sua legge, istituendo n. 12 Strade del Vino; la Regione Piemonte ha approvato in contemporanea, nell’agosto 1999 una sua legge sui Distretti del Vino e sulle Strade del Vino, che ovviamente non poteva tener conto di quella nazionale.
Prima della legge nazionale, ma in coerenza con i suoi principi, erano già esistenti pertanto soltanto la rete delle Strade Toscane e la Strada del Vino Alto Monferrato in Piemonte.
Al momento la situazione appare essere la seguente.
Un gruppo di Regioni ha varato una propria legge in cui, oltre alle norme di comportamento e di finanziamento, sono state predeterminate le Strade del Vino: sono la Toscana, l’Abruzzo, la Lombardia, l’Emilia-Romagna ecc.
E’ evidente che in questi casi è certo il quadro del futuro, sono variabili i livelli di attività delle singole Strade.
Un altro gruppo di Regioni (come la Calabria) ha emanato un bando di invito, comprendente le norme di comportamento e di finanziamento, purché entro una certa data chi avesse intenzione di costruire una Strada lo dichiarasse, dimostrando di possederne le credenziali. In questo caso la scelta dal basso ha determinato una maggior partecipazione, che comunque non è ancora misurabile in efficienza, dati i tempi limitati di attuazione.
Ci sono poi una serie di iniziative, “spontanee” a livello territoriale, in cui – indipendentemente dall’emanazione di norme regionali – sono state costruite Strade, che avranno certamente il riconoscimento regionale ma per il momento non sono ancora state recepite.
Si è finora parlato sempre di Strade del Vino, ma nella realtà le denominazioni sono state più varie, perché a livello locale si sono espresse esigenze diverse e perché a livello generale esiste un atteggiamento critico circa la loro limitazione al vino da parte di un’influente associazione, Slow Food. Per cui in Italia abbiamo Strade del Vino, Strade dei sapori, Strade del Vino e dell’Olio, Strade dei Vini e dei Sapori.
Per una prima sommaria contabilità, ci si può basare sui seguenti numeri:

Piemonte: sette Strade operanti e riconosciute dalla Regione: “Alto Monferrato”, “Astesana”, “Barolo e grandi vini di Langa”, “Colli Tortonesi”, “Monferrato Astigiano”, “Reale dei Vini Torinesi, "Dogliani".

Valle d’Aosta: la “Route des Vins” della Valle d'Aosta è unica e connette le cantine esistenti; qui il sistema enologico è sempre stato soprattutto costituito da una serie di cantine cooperative, assistite dalla Regione.

Liguria: l'unica Strada del Vino della Liguria (che si richiama anche all'olio) si chiama “Dalle Alpi al mare”.

Lombardia: ha una struttura molto robusta e assistita dalla Regione, presso cui è istituita la Federazione delle Strade del Vino e dei Sapori, in totale di 12; qui la zonizzazione è avvenuta sulla falsariga dei consorzi di tutela e ciascuna Strada è servita da una segreteria, con una forte comunicazione.

Analogo il discorso del Veneto, dove le Strade ufficialmente sono 19, e dell’Emilia-Romagna, dove le Strade (tutte riferite ai prodotti gastronomici, dei quali il vino è soltanto una componente) sono 13, molto attive e ben assistite dalla Regione, che ha creato un apposito ufficio.

In Friuli-Venezia Giulia risulta attiva un'unica Strada, con riconoscimento regionale: la “Strada del Vino doc Aquileia”.

Il Trentino ha 6 Strade del Vino e dei Sapori: "Strada del vino del Sudtirolo", "Strada del vino e dei sapori della Vallagarina", "Strada del vino e dei sapori dal Lago di garda alle Dolomiti di Brenta", "Strada del vino e dei sapori Colline Avisiane, Faedo e Valle di Cembra", " Strada del vino e dei sapori della Piana Rotaliana" e la "Strada del vino e dei sapori Trento e Valsugana"  l'Alto Adige una.

L'Umbria ne ha quattro; le Marche hanno sei piccole ma interessanti Strade del Vino, riferite ciascuna ad una doc, ma non sono ancora assistite e finanziate in modo adeguato; si appoggiano a Comuni pilota.

LaToscana è stata la prima Regione a darsi una legge e un sistema di Strade, 14 riconosciute e dotate di adeguata simbologia e comunicazione; tra queste l’operatività è diversificata, molto rivolta al proprio interno ad occuparsi dei Soci. Il modello toscano (programmazione preventiva in Regione e poi organizzazione sul territorio, che quindi ha livelli diversi di operatività, in molti casi da verificare fra qualche tempo) è stato seguito da molte Regioni del centro-sud: Abruzzo (per legge ha fatto un’Enoteca Regionale e sei percorsi di Strade), Campania (riconosciute e previste 10 Strade), Calabria (c’è un coordinamento regionale e 9 Strade in gestazione).

In Puglia operano la “Strada del Vino Casteldemonte” coordinata dal Consorzio di tutela della doc omonima e la “Strada degli Antichi Vini Rossi” a Canosa, altre ci stanno provando; in Lazio sono 6 le Strade del Vino operative.

In Sicilia c’è una norma regionale, con affidamento all’Istituto per la vite e il vino, che prevede 11 Strade; più recentemente si è costituita una Federazione che raggruppa attualmente 7 delle 11 Strade operanti).

L'Assessorato all'agricoltura della Regione Sardegna ha approvato nel gennaio 2009 la costituzione di 7 Strade del Vino, e recentemente anche il Molise ha acquisito una Strada del vino, cosi come la Basilicata.